20
Dicembre
2023
|
13:03
Europe/Amsterdam

Riconsiderare le aspettative di felicità può portare a sentimenti di speranza e gioia

Tempo di lettura: 2 minuti

Avere le giuste aspettative, ci consente di prepararci al fallimento.

Pensando che ottenendo qualcosa di nuovo possiamo raggiungere quell’inafferrabile senso di felicità, stiamo inconsapevolmente compromettendo la possibilità di provare gioia. Desiderare qualcosa che pensiamo ci renda felici, abituarci alle cose e prevedere erroneamente uno stato di gioia può lasciarci in un eterno stato di desiderio. Abbiamo preparato questa guida per aiutarvi a riconsiderare le vostre aspettative di felicità e illustrarvi in che modo questo possa donarvi gioia.

Se solo potessi ottenere _________…

Se solo potessi trovare _________…

Se solo potessi creare _______…

Se solo potessi _______________________…

…ALLORA sarei felice.

Vi siete mai posti questi dubbi? Nel mondo di oggi, è facile avere questi pensieri, anche inconsapevolmente. L’idea di avere più soldi, di acquistare una casa più grande, avere un corpo perfetto o raggiungere un certo status sociale ci spinge a desiderare sempre di più. Ma, una volta ottenute, le cose che desideriamo ci regalano davvero la felicità o alimentano semplicemente l’insoddisfazione e la sofferenza?

Innescando questi pensieri, possiamo ritrovarci a ricercare ciclicamente la felicità dove non c’è, stando a quanto si afferma nei corsi di scienza del benessere della Yale University.

Desiderare qualcosa che pensiamo ci renda felici

Gli spot pubblicitari ci dicono di aver bisogno di qualcosa, i siti Web ci convincono ad acquistare qualcosa, i social media ci mostrano ciò che fanno gli altri e il mondo della cultura ci mostra ciò di cui abbiamo bisogno; tutto finalizzato al raggiungimento della felicità.

Tuttavia, queste regole culturali sono spesso fuorvianti e portano il nostro cervello a desiderare ciò che erroneamente crediamo possa offrirci la felicità. Spesso, ci ritroviamo a pensare che le cose più grandi sono migliori, che ciò che è più costoso è superiore e che possedere più cose ci conduca a un più alto livello di felicità.

Adattamento

È normale che la mente si abitui alle cose e questo è positivo quando c’è un cambiamento di programma o se cambiamo ambiente. Tuttavia, questo comportamento non è utile quando parliamo di usura delle cose.

Ad esempio, acquistare una nuova auto può essere entusiasmante e offrire un momento di felicità, ma con il passare del tempo l’odore della nuova auto si dissolve, gli pneumatici vanno sostituiti e i chilometri iniziano a usurare l’auto. Non siamo più stimolati dalla freschezza della novità introdotta nella nostra vita, il che significa che abbiamo sovrastimato il livello di soddisfazione che la nuova auto ci avrebbe procurato.

Lo psicologo e professore di Harvard Daniel Gilbert, autore del libro “Stumbling into Happiness”, afferma che “le cose meravigliose sono particolarmente meravigliose la prima volta che accadono, ma la loro meraviglia svanisce man mano che si ripetono”.

Previsioni sbagliate

La nostra mente tende a concentrarsi su un risultato e a lasciare da parte le altre possibili alternative, portandoci spesso a fare previsioni sbagliate.

Se commettiamo un errore al lavoro, siamo portati a pensare che saremo licenziati. Se non otteniamo un buon voto a scuola, la conclusione che traiamo è che non otterremo mai un buon lavoro. Se non troviamo il vero amore entro una certa età, siamo indotti a credere di non trovarlo mai. Questo tipo di pensiero è spesso definito “catastrofico”.

Siamo invece portati a credere che essere promossi al lavoro sia l’unico modo per avere una carriera di successo, che avere una buona media a scuola ci garantirà una buona occupazione e che per essere felici sia necessario sposarsi entro una certa età.

Se vi ritrovate in queste descrizioni, sappiate che si tratta di sensazioni e linee di pensiero normali, soprattutto in questo periodo storico.

Fate un passo avanti verso la felicità imparando le due abitudini comportamentali che possono aumentare il livello di felicità.

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