20
Dicembre
2023
|
12:17
Europe/Amsterdam

Qual è il segreto della longevità dei giapponesi?

Tempo di lettura: 6 minuti

Nel settembre 2022, World Population Review ha dichiarato che il Giappone ha la seconda aspettativa di vita più alta a livello mondiale. Al primo posto, a poca distanza, c’è Hong Kong, mentre i giapponesi vivono in media fino a 84,67 anni. Ma perché? Si tratta di una dieta particolare? Pratiche sociali da seguire? Esercizio fisico? Genetica? O una combinazione di tutti questi fattori?

Il mistero di Okinawa

Situato nella zona rurale a nord dell’isola principale di Okinawa, si trova il villaggio di Ogimi con una popolazione di circa 3.000 persone. Qui, nonostante gli impressionanti dati sulla longevità giapponese, sembra che accada qualcosa di veramente straordinario. L’ultimo censimento ha riscontrato 15 abitanti del villaggio centenari e 171 novantenni. L’autore di best seller newyorkese, ed esploratore del National Geographic, Dan Buettner la definisce una “zona blu”; uno di soli cinque luoghi al mondo dove le persone vivono una vita tra le più longeve e felici. Che cosa può insegnarci Okinawa e, in particolar modo il Giappone in generale, per decifrare la chiave per una vita lunga e sana? Dopo tutto, i suoi abitanti hanno dovuto affrontare gli stessi problemi di tutte le persone del resto del mondo: guerre, difficoltà familiari, dolore, perdita, preoccupazioni finanziarie. Hanno dovuto affrontare lo stesso stress che abbiamo affrontato anche noi. E allora cosa possiamo imparare da loro?

10 motivi che spiegano perché i giapponesi vivono una vita sana e lunga

1. Genetica

Da quasi cinquant’anni, Craig Willcox, docente di salute e gerontologia pubblica presso la Okinawa International University, sta studiando la longevità degli abitanti di questa zona. Inoltre, in qualità di co-ricercatore dello studio sui centenari di Okinawa, ha parlato con oltre 1.000 centenari e centinaia di anziani settantenni, ottantenni e novantenni allo scopo di ricercare e comprendere questo fenomeno osservato a Okinawa. Lo studio ricerca le basi comuni delle diete, delle abitudini che interessano l’esercizio fisico, la genetica, le attività psicologiche e spirituali e i modelli sociali e comportamentali. Il professor Willcox ha concluso che “circa due terzi dei soggetti longevi presenta una correlazione in termini di dieta e stile di vita, il resto è dovuto a fattori genetici”.

2. Alimenti ricchi di sostanze nutritive

L’importanza della dieta come mezzo per mantenere una salute ottimale non può essere sottovalutata. Abbiamo bisogno di vitamine e minerali per combattere le malattie e le infezioni e di una dieta ipocalorica controllata per prevenire obesità e infiammazioni. La dieta degli abitanti di Okinawa è caratterizzata da una quantità superiore di frutta e verdura rispetto alle cinque porzioni giornaliere consigliate e da una concentrazione maggiore di pesce, ottimo per la salute del cuore, rispetto alla carne. Al posto del riso, il punto fermo della loro dieta è rappresentato dalle patate dolci che, dal punto di vista nutrizionale, sono un alimento completo ma a basso contenuto di calorie. Gli alimenti di origine marina ricchi di carotenoidi, come le alghe e le verdure a foglia verde (ricche di ferro), aiutano a ridurre le infiammazioni e lo stress ossidativo.

3. Tè matcha e i suoi vantaggi

I giapponesi bevono un’enorme quantità di tè e, in particolare, di tè matcha. Il tè matcha sta diventando sempre più popolare nell’occidente, dato che ne vengono comprese sempre di più le sue proprietà nutrizionali e gli effetti antiossidanti. Sembra però che i giapponesi lo conoscano da secoli. Il segreto di questa bevanda antica risiede nel modo in cui viene prodotta: le foglie giovani della pianta del tè vengono private della luce del sole durante la crescita al fine di mantenere il proprio contenuto di clorofilla e antiossidanti. Le tradizionali cerimonie del tè giapponesi vengono ormai praticate da oltre 1.000 anni e i giapponesi assumono quindi tè diverse volte al giorno.

4. No allo zucchero

La cucina giapponese opta più per il salato che per il dolce. Naturalmente in Giappone esistono i dolci, ma semplicemente non sono amati tanto quanto avviene nel mondo occidentale. In questa nazione il consumo di zucchero e di alimenti come le patate bianche, più ricche di amidi naturali, è decisamente più basso. Oltre al tè matcha, i giapponesi consumano molto tè verde, senza zucchero o latte che spesso vengono utilizzati per aromatizzare il tè nero. Una minore quantità di zucchero nelle loro diete equivale a una riduzione dei livelli di obesità e una minore incidenza degli effetti negativi che lo zucchero può causare, come infiammazione, aumento della pressione arteriosa e diabete, tutti associati a un aumento del rischio di infarto e ictus.

5. Hara hachi bu: mangiare con moderazione

Mentre la maggior parte del mondo considera la quantità come un segno di qualità, la cultura alimentare giapponese è un po’ più controllata quando si tratta di dimensioni delle porzioni. L’Hara hachi bu è la pratica di mangiare con moderazione e di fermarsi quando si è pieni all’80% circa. I pasti non riguardano solo il cibo, ma anche la socializzazione e la condivisione dell’esperienza culinaria complessiva con gli altri. È un momento per comunicare e riflettere, piuttosto che esagerare con il cibo. Le abitudini culturali possono essere difficili da cambiare, ma quelle del mondo occidentale possono essere variate in parte, seguendo l’Hara hachi bu, mangiando più lentamente, prestando maggiore attenzione a ogni boccone e riducendo la grandezza dei piatti, in modo che le porzioni più piccole sembrino più sazianti. Poiché il cervello impiega circa 20 minuti per riconoscere che è pieno, questa pratica è un buon promemoria per smettere di mangiare prima di sentirne la necessità.

5. Assistenza sanitaria

Il governo giapponese ha subito una forte spinta in termini di assistenza sanitaria circa 50 anni fa ed ha investito in programmi di vaccinazione infantile al fine di combattere le malattie. Nel 1961 ha poi introdotto l’assicurazione sanitaria universale. L’accesso equo e universale per tutti all’assistenza viene pagato dal governo, dai datori di lavoro e dai singoli individui e regolari controlli sanitari rappresentano la norma, così come gli screening di massa a scuola e nei luoghi di lavoro condotti dalle autorità locali. Il settore privato ha inoltre mostrato interesse per l’assistenza sanitaria e a Matsumoto, la seconda città più grande della Prefettura di Nagano, una banca ha persino iniziato a offrire tassi d’interesse più elevati e vantaggi superiori, come vacanze nel fine settimana a Disneyland Tokyo, a coloro che hanno effettuato un controllo medico per tre anni consecutivi.

7. L’importanza dell’Ikigai: lo scopo della vita

L’Ikigai rimanda al concetto di trovare e mantenere il proprio scopo nella vita. Questa antica filosofia è simile alla “joie de vivre” in Francia o al concetto di “hygge” in Danimarca e si traduce più o meno come “la propria motivazione di vita”. Con una popolazione che invecchia sempre di più, come ad esempio avviene ad Okinawa, ai più anziani vengono assegnate attività come la creazione del tessuto locale basho-fu, che li mantiene attivi a livello sociale e coinvolti mentalmente, generando al contempo un reddito e contribuendo all’economia del villaggio. I giapponesi ritengono che avere uno scopo nella vita sia essenziale e che esso possa essere trovato in molti aspetti diversi del vivere quotidiano, dal mangiare bene all’aiutare gli altri fino al circondarsi di amici e familiari.

8. Moai: sistemi di supporto congiunto

Questo sistema di supporto giapponese riunisce persone con interessi simili al fine di incoraggiare lo sviluppo di profonde connessioni emotive e un legame comune. Un gruppo, o moai, può essere formato da vecchi amici, ex colleghi o semplicemente da persone interessate allo stesso hobby o gioco. È pratica comune per i giapponesi appartenere a una serie di moai diversi e, sebbene abbiano un chiaro vantaggio per i più anziani, vi possono prendere parte persone di ogni età. I giapponesi sono culturalmente molto fedeli al loro moai e alcuni vi appartengono sin da quando andavano a scuola. Discutendo e traendo giovamento dalle cose che troviamo interessanti assieme ad altre persone che la pensano come noi, possiamo alleviare lo stress e combattere la solitudine che può accompagnare la vita nei suoi ultimi anni.

9. Esercizio fisico

Il Giappone è un paese molto dinamico e i suoi cittadini rimangono attivi fisicamente anche in età avanzata. I percorsi a piedi attorno alle città e nei parchi sono comuni e in tutto il paese ci sono gruppi e associazioni di zona che organizzano passeggiate insieme. Culturalmente, in media, un numero maggiore di giapponesi si sposta con i mezzi di trasporto pubblici piuttosto che in auto, per cui è naturale che vi sia un maggiore movimento fisico.

10. Consapevolezza e lotta allo stress

I giapponesi non sono estranei al concetto di mindfulness e ai vantaggi di essere tutt’uno con la natura. Il Forest Bathing, o Shinrin-yoku, che sta diventando sempre più popolare in tutto il mondo, ha avuto origine in Giappone negli anni 80 sotto forma di un esercizio fisiologico e psicologico per rilassarsi e avvicinarsi alla terra. Il Forest Bathing è una pratica semplice da seguire e consente di trovare la calma e la tranquillità tra gli alberi, osservando la natura e respirando profondamente per ridurre il livello di stress e migliorare la salute e il benessere in modo naturale. Grazie a quasi 5.000 km di boschi naturali, il governo giapponese incoraggia attivamente i cittadini a utilizzare gli alberi come terapia.  

Tutti noi vogliamo conoscere il segreto dell’eterna giovinezza. Tuttavia, se si guarda al Giappone, alla fine potrebbe non trattarsi di un così grande segreto. Sebbene la genetica giochi un ruolo importante, esistono chiari segnali che fanno capire che prendersi cura del proprio corpo, tenere allenata la mente e interagire con gli altri possano essere fattori determinanti per vivere una vita lunga e sana.

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